GOFFREDO GRAVINA, Caracas, YV

, Scacchiera, 60 x 60 cm (opera donata)

Nato a Caracas nel 1968, da genitori italiani (madre settentrionale e padre meridionale), già da bambino fa ritorno in Italia. Per ragioni lavorative del padre e poi per studio, non risiede mai più di 8 anni in una un luogo. Si laurea in Medicina a Messina, dove si stabilisce e lavora. Influenzato già in giovane età dalle opere pittoriche della madre, negli anni a seguire ha tentanto di cimentarsi nella pittura sviluppando uno stile personale. Appassionato di fotografia, nella pittura vede un’arte che possa liberare la fantasia dai canoni della materialità, alla ricerca dell’astratto e di un’idea incoscia che risiede in ogni essere. Si dedica alla scultura. Nelle sue opere trova grande spazio la distribuzione della luce e delle ombre usate come effetti ottici e adopera vari materiali (tinte ad olio, acrilici, alchilici, tempere, acquarelli, resine, colle, compositi, fibre tessili e minerali) restando fedele al concetto personale che ogni opera si sviluppa da sè, per cui sarà sempre differente da come la si era immaginata: al primo imput ideativo segue quindi una sorta di accondiscendenza alle “richieste” dell’opera, che apparirà quasi sempre una sorta di incompiuta, ad un passo dalla perfezione, un attimo prima della definitività, protesa quindi in un ulteriore slancio al “poter ancora divenire”. La dinamicità del continuo movimento laddove tutto pare essere statico. L’opera presentata è una scacchiera in pitto-scultura, quanto di più stabile e fisso, trattata tridimensionalmente al fine che alla vista segua il tatto a rendere tangibile una superficie su cui gli effetti della luce possono cangiare la sensazione percettiva dei colori e delle sfumature. Tanti piccoli mondi in uno più grande, a costituirne l’essenza.

 

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